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Tag: sum 41

Sum 41 “Order In Decline” (Hopeless Records, 2019)

Order In Decline é il nuovo LP dei canadesi Sum 41.

L’album, il nono dal 1996, rappresenta un punto di svolta rispetto alla loro produzione precedente: dimenticate le musicalità di Into Deep e Fat Lips, dimenticate la band punk-rock che scimmiottava i colleghi musicisti. I Sum sono diventati grandi e Order In Decline ne è la prova lampante.

Le avvisaglie di un cambiamento erano già arrivate nel 2016 con 13, ma oggi la trasformazione è arrivata a compimento. Un disco più riflessivo in cui i toni punk si sposano e si intervallano a sonorità più pesanti, serie e cupe.

Con questo album i Sum prendono spunto dai cambiamenti che stanno succedendo nel mondo, dalle teorie del complotto e ci regalano 10 brani che sono in grado di prenderti e rapirti fin dal primo ascolto. Melodie, riff e ritornelli che ti rimangono in testa. Fin da subito.

Immancabile la ballata Never There, una lettera a cuore aperto dedicata ad un padre assente… Un brano orchestrale, che ricorda un po’ Pieces, ma che ti fa venire i brividi.

Non mancano i brani movimentati: Out for Blood, il singolo che ha anticipato l’uscita del disco, ci fa venire in mente i Sum di una volta, un brano che é stato come un ruggito per annunciare al mondo che stavano per tornare.

Nonostante vi sia una canzone dedicata a Donald Trump, 45 (a matter of time), non si tratta di un album politico ma sicuramente é una riflessione generale sul mondo.

Un album maturo in cui si mescolano ed emergono diverse influenze musicali dai Muse ai Deftones, in questi anni i Sum hanno ascoltato e rimescolato riuscendo a regalarci un album maturo e non scontato.

Dopotutto anche loro, come noi, sono diventati grandi.

 

Sum 41

Order In Decline

Hopeless Records, 2019

 

Laura Losi

TUTTO MOLTO BELLO 2018

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TUTTO MOLTO BELLO 2018
September 14, 2018
COMA_COSE | M¥SS KETA | SUVARI

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Quando io e Sara Alice, la mia socia, abbiamo iniziato a scervellarci per cercare un nome da dare al magazine, avevamo già chiare le caratteristiche che avrebbe dovuto avere. Doveva unire, fare sentire a casa, doveva colpire per portarti a rileggerlo e farti esclamare “no dai, lo hanno chiamato davvero così?”.
Doveva creare una reazione e, sono sicuro, che anche tu mentre lo stai leggendo, sotto sotto, stia sorridendo.
La stessa cosa l’ho provata la prima volta che ho letto il nome di questo festival: Tutto Molto Bello.“Ma che figata di nome è!” mi sono detto, “devo assolutamente andarci!”.
A quel punto ho iniziato ad informarmi e a leggere i nomi delle band che hanno confermato: Coma_Cose, Myss Keta, Pop X, I Camillas, Mezzosangue, si cazzo dovevo andarci!

Il TUTTO MOLTO BELLO è il primo torneo di calcetto per etichette discografiche, organizzato da Sfera Cubica, Modernista e Locomotiv Club, e si svolge presso il Parco del DLF di Bologna. Non solo Calcio ovviamente ma anche tanta buona musica con i concerti dell’Arena Puccini.

La scaletta del 14 settembre prevedeva i live di Suvari, M¥SS KETA e infine i Coma_Cose.

Inizia tutto con Suvari, che con il suo indie pop elettronico scalda il palco nel modo giusto.
Il progetto Suvari nasce da Luca De Santis, dopo che a causa di una forma rara di neuropatia motoria viene costretto ad una lunga degenza ospedaliera. Segue periodo di riabilitazione casalinga in uno stato di semi paralisi. È proprio a questo punto che decide di rimettersi in gioco, e lo fa con la musica. A marzo di quest’anno è uscito il suo ultimo album, Prove per un incendio. Andatelo ad ascoltare perché è veramente figo.

Se Suvari ha scaldato il palco, M¥SS KETA lo ha incendiato!
Rapper mascherata, senza regole e sempre al limite della volgarità.
Il debutto è nel 2013 con Milano, Sushi & Coca brano che presenta un testo molto diretto:
Mi faccio una tempura/ che notte da paura/ bamba soldi e sesso/ la strada del successo
O ancora: Toccami la gamba/ passami la bamba/ Kyto, Poporoya/ jo sono la tua troia.
Il pubblico del TMB impazzisce letteralmente, cantando a squarciagola tutte le canzoni, da Una Donna Che Conta a Monica, da Botox fino a Milano, Sushi & Coca. Devastante.

È ora di fare spazio al duo di Milano, Fausto e Francesca, in arte Coma_Cose accompagnati da Riccardo Fanara alla batteria.
Li avevo già visti ad aprile al Vidia Club di Cesena, ed ero rimasto sconvolto dalla bravura di questi ragazzi.
Oggi si presentano in jeans e felpa nera con la scritta “MILAMO” fresca dal loro merchandise.
Sparano a raffica, una dietro l’altra, le loro canzoni tenendo il palco come pochi sanno fare. Si muovono molto, intrattengono il pubblico e si scambiano sguardi sorridenti: le occhiate di chi sa di avere vinto.
Metto dentro lo zaino la macchina fotografica e me li godo.
Tutto Molto Bello
Non aggiungo altro.

Grazie a Sfera Cubica per il gentile invito

Foto e testo: Luca Ortolani[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”8676,8688,8669,8679,8667,8680,8668,8692,8690,8691,8689,8678,8677,8687,8675,8686,8674,8685,8673,8684,8672,8683,8671,8682,8670,8681,8666,8665,8652,8663,8651,8662,8664,8650,8649,8661,8658,8647,8654,8646,8656,8645,8657,8659,8655,8653,8660,8648,8644,8642,8643,8640,8641,8639,8638,8637″][/vc_column][/vc_row]

Sum 41

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SUM 41 @ Rimini Park Rock // August 31, 2018

+ Zebrahead | Waterparks

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]La giornata conclusiva del Rimini Park Rock è stata una vera e propria festa di fine estate. Il clima di allegro e l’agitazione si percepivano già dall’autobus gremito di persone che mi avrebbe portato al concerto.

Gruppi di persone, più o meno giovani, in agitazione che parlavano della possibile scaletta e canticchiavano i successi dei Sum 41, headliner della serata.

La manifestazione è iniziata con i Waterparks, giovane band dalle tonalità che virano dal rock al pop.

Dopo una breve pausa è stato il turno degli Zebrahead e delle loro due bottiglie di birra ballerine (non vorrei essere fraintesa quindi ci tengo a precisare che erano persone travestite).

Non penso si sarebbe potuta scegliere una band migliore per scaldare gli animi. Tanta grinta e tanto rock. Tutti in visibilio quando Ali Tabatabaee accompagnato dalla sua fedele bottiglia, è andato a cantare tra il pubblico.

E poi sono arrivati loro. I più attesi… Quelli che hanno accompagnato l’adolescenza di chi è nato tra gli anni 80 e 90: i Sum 41.

Nonostante la band abbia recuperato lo storico chitarrista Dave Baksh sul palco si è sentita la mancanza scenica di Stevo, uno dei membri della formazione originale.

Deryck Whibley e i suoi partono subito con il botto. Fin dalle prime note è chiaro che la canzone di apertura è Hell Song e tutti impazziamo iniziando a cantare.

I Sum ci propongono una carrellata dei loro più grandi successi e tante, tante cover. Da Another Brick in the Wall a We Will Rock You, passando per Smoke on the Water e Faint dei Linkin Park, con cui hanno chiuso il concerto.

L’apice, a mio avviso, è stato toccato verso la fine quando hanno proposto in sequenza Into Deep, Still Waiting e dopo una breve pausa Pieces e Fat Lip.

Sarà per i ricordi, sarà perché sono state le canzoni con cui sono cresciuta ma è stato il momento più bello del concerto.

Nonostante la formazione mancasse di uno dei componenti originali del gruppo e nonostante non siano più dei ragazzini, lo spettacolo che ci hanno offerto è stato emozionante.

Abbiamo potuto cantare, ballare, pogare e anche commuoverci. Perché chiunque, e posso affermare con certezza questa cosa, ha dei ricordi indelebili legati alle loro canzoni che, nel bene e nel male, ci hanno accompagnato durante i nostri anni da pischelli, anzi da regaz.

E stasera, grazie a loro, siamo potuti tornare a quegli anni, anche se è stato solo per un paio d’ore.

 

Testo: Laura Losi

Foto: Jessica Bertolina[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”8500,8513,8525,8511,8522,8501,8512,8523,8499,8519,8504,8521,8517,8520,8516,8524,8518,8503,8515,8510,8509,8514,8508,8507,8506,8505,8498,8497,8488,8496,8486,8495,8494,8485,8493,8492,8483,8491,8490,8489,8484,8482,8470,8479,8472,8473,8477,8478,8476,8471,8475,8474,8481,8480″][/vc_column][/vc_row]

Un 31 agosto targato SUM 41 @ Rimini Park Rock.

Qualcuno di recente mi ha fatto notare che spesso sembro freddina – “ina” però, non 100% di ghiaccio – e che in realtà questo non mi rispecchia.

Raga, forse è vero che a lasciarsi andare non c’è niente di male e che diciamocelo, guardiamoci negli occhi, forse sembro anche un pochino meno stronza se mollo un attimo la presa e abbraccio la spontaneità.

Quindi, per iniziare con questo nuovo spirito e aprire anticipatamente le porte all’autunno che per noi introspettivi è il periodo migliore per pensare e scrivere, con quella malinconia di fondo che fa tanto “solo io capisco me stessa”, vi parlerò della fine della mia adolescenza.

Ma messa così anche no.

Vi parlerò di un gruppo che ha segnato la fine della mia adolescenza – così va meglio – e che grazie a LP Rock Events, Live Nation e al 2018 che è stato un anno superfigata, domani sera avrò l’occasione di vedere: i SUM 41.

Domani infatti si terrà l’ultimo concerto estivo organizzato da LP Rock Events appunto, per la quale ho avuto l’onore di lavorare per il secondo anno e che ha deciso di chiudere in bellezza una splendida stagione romagnola che ha visto protagoniste numerose band internazionali (sulle nostre pagine ci sono tutti i live report).

Domani suoneranno al Rimini Park Rock i canadesi SUM 41, Deryck Whibley, Dave Baksh, Tom Thacker, Cone McCaslin e Frank Zummo e per me sono stati una colonna sonora per svariati anni.

Ed ora è tipo ripercorrere quello che poi mi ha portato fino a qui, a diventare giornalista, a svolgere attività di ufficio stampa e a confrontarmi giorno dopo giorno con quello che sfida la mia resistenza fisica e mentale.

Il primo album dei SUM risale al 2001 All Killer No Filler, e se il primo singolo Fat Lip non mi aveva troppo entusiasmato, con il secondo invece In Too Deep ero già stata conquistata da questo gruppo che pian piano prendeva sempre più spazio nei miei ascolti giornalieri.

Ecco, si potrebbe quasi azzardare a dire che i SUM hanno creato quel decisivo scollamento tra me e il sound dei Take That, Backstreet Boys e Boyzone (non c’è niente da ridere, erano comunque dei fighi, GO NINETIES).

Comunque niente. Si procede con Still Waiting del secondo album che cantavo fino allo stremo per arrivare all’album Chuck e Pieces che avevo iniziato a capire la piega che tutto questo stava prendendo.

Stavano per calare l’asso di briscola con Underclass Hero del 2007, album che esce in estate ma che ha lo stesso potere di farmi pensare e scrivere e riflettere e commuovere e pensare e commuovere ancora, quasi come fosse il periodo delle zucche e le foglie cadessero gialle e rosse.

Perché uno non ci pensa, ma la profondità risiede in tanti luoghi, così come l’amore. E se il pop, il punk e il rock non vi sembrano abbastanza profondi, siete tutti amorevolmente invitati domani sera al Rimini Park Rock e lo scoprirete da soli.

E faremo anche del casino.

Alle 19:00 saranno i coloratissimi Waterparks a salire sul palco, seguiti dai mitici Zebrahead (quelli di Playmate of the Year per fare un piccolo ma incisivo recall) e alle 21:30 Deryck &Co. In tutto il loro splendore.

Bella VEZ, a domani!

Cuori per tutti!

 

Sara Alice Ceccarelli