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Tag: thurston moore

Thurston Moore @ Monk

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• Thurston Moore •

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Seafoam Walls

Monk (Roma) // 02 Aprile 2023

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto di Francesca Romana Abbonato
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Seafoam Walls

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Thurston Moore + Manuel Agnelli @ Balena Festival

Arena del Mare (Genova) // 21 Luglio 2022

 

Che la serata del 21 luglio del Balena Festival di Genova sarebbe stata diversa da quello a cui sono abituata l’ho capito appena varcati i cancelli e vedendo le sedie schierate sotto il palco principale del festival: per una frazione di secondo mi sono sentita portata indietro all’anno scorso, quando le sedie dovevano essere la normalità per qualsiasi concerto. Poi sono tornata alla realtà, allo spettacolo che avrei visto, e ho pensato che tutto sommato, quelle sedie poteva avere la loro ragione di esistere.

Il Balena infatti ha schierato due pezzi da novanta: Thurston Moore – chitarrista dei Sonic Youth – con la sua band prima, e Manuel Agnelli dopo.

A intervallare, Dellacasa Maldive e Cara Calma, alternando cosí in un denso cartellone vecchie glorie e nuove leve. Davanti al palco dove si sono esibiti loro però le sedie non c’erano e infatti sarebbe stato strano il contrario. Giovani ed energiche, le due band hanno accompagnato e fatto ballare la serata più “adulta” (passatemi l’aggettivo) dell’intero festival. 

Ad ogni modo, le sedie avevano ragione di esistere perché i due spettacoli sul palco principale sono stati una forma di rapimento. Osservare le dita di Thurston Moore muoversi come se avessero vita propria lungo la chitarra richiedeva una certa attenzione, oltre a suscitare stupore tra tutti i presenti. Per un’ora abbondante il chitarrista dei Sonic Youth avrà staccato le mani dal suo strumento – maneggiato con la cura con cui si maneggia un oggetto prezioso e allo stesso tempo usato con la gioia di chi sta giocando al proprio gioco preferito – per quelli che saranno stati dieci minuti in tutto, a voler stare larghi. Nessun effetto speciale, nessun abito stravagante: solo lui, la sua band e la musica. 

È stato diverso, ma è stato anche uno Spettacolo (lettera maiuscola voluta), uno di quelli dopo il quale non puoi fare altro che chiederti come sia possibile che esista un talento del genere.

 

20220712 manuelagnelli pistoia letiziamugri 23

 

Anche Manuel Agnelli era accompagnato dalla sua band, una band ringraziata a più riprese. Non a caso, la cosa che mi ha colpito di più probabilmente alla fine di questa serata è stata l’umiltà di cui hanno fatto prova tutti gli artisti presenti: grati della presenza del pubblico, grati per chi ha scelto di accompagnarli sul palco, grati per poter essere semplicemente lí. 

Il concerto è stato un andirivieni tra pezzi recenti e successi degli Afterhours, durante i quali il pubblico ha dimenticato dell’esistenza di quelle sedie sistemate con precisione. Non sono neanche mancati i momenti di contatto con il pubblico: alcuni più didascalici – in primis quello sulla dignità dei “pezzi su commissione” prima di intonare La Profondità degli Abissi, pluripremiata canzone scritta per il film Diabolik – altri più emotivi, come quello che ha preceduto Padania, altri invece genuinamente divertenti, dato che Manuel Agnelli, oltre a dar prova di grande umiltà, si è dimostrato anche incredibilmente autoironico. 

Se Thurston Moore aveva la chitarra, Manuel Agnelli aveva la voce. Ovviamente non è il suo unico strumento (l’affiancamento alla tastierista Beatrice Antolini durante Proci o l’assolo di chitarra verso la fine lo hanno ampiamente dimostrato), ma ieri sera è stata sicuramente il suo asso nella manica. Una voce potente che risuonava in tutto il Porto Antico e al tempo stesso malleabile, tanto da riuscire ad adattarla e a modificarla, fino quasi a sembrare persone diverse, a seconda del pezzo. 

E ieri sera, mentre guardavo il pubblico urlare insieme a lui pezzi come Non si esce vivi dagli anni ’80 o Ballata per la mia piccola iena, ho pensato che se avessi avuto l’età che ho oggi tra gli anni ’90 e l’inizio del 2000, sarei stata una fan sfegatata di quei pezzi lì.


Francesca Di Salvatore

foto di copertina Roberto Mazza Antonov
foto nel testo Letizia Mugri

Thurston Moore @ Nova Bologna 2022

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• Thurston Moore •

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King Hannah

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N O V A  F E S T I V A L  2022

Dumbo (Bologna) // 11 Giugno 2022

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435940801{margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_empty_space][vc_column_text]Seconda serata all’insegna delle buone chitarre in quel di Bologna, grazie a quel gioiellino del NOVA Festival. Stasera una line up di tutto rispetto, dove in apertura al navigato Thurston Moore ci sono i King Hannah, duo di Liverpool nel pieno delle luci della ribalta.

Infatti, già dal gruppo di apertura, la sala è gremita di persone e si respira un’aria di attesa e pungente curiosità. Hannah Merrick alla voce e Craig Whittle alla chitarra, accompagnati dalla classica formazione di batteria e basso, creano un sound ipnotico ed etereo, che spazia da un Trip hop alla Portishead con tendenze folk rock. Viene presentato quasi interamente il loro disco d’esordio, che gli ha fruttato un contratto con la storica etichetta City Slang, con l’aggiunta di una cover emozionante di Bruce Springsteen State Trooper. Il loro live finisce con la tittle track che li ha resi noti alla grande critica e anche la mia loro canzone preferita I’m Not Sorry I Was Just Being Me: una voce ammaliante e magnetica che richiama una giovanissima PJ Harvey. Diventeranno i big di tutti i prossimi festival invernali, ve lo garantisco.

Dalle atmosfere sognanti ed oniriche si passa al muro di suono che ti devasta timpani e anima che solo i Sonic Youth sanno fare e che giustamente Thurston Moore porta avanti in solitaria. La formazione sul palco, poi, è di tutto rispetto: Debbie Googe (My Bloody Valentine) al basso, James Sedwards alla chitarra (Nought) e Jem Doulton alla batteria. All’anagrafe non proprio giovanissimo, ben 64 primavere, ma sul palco il nostro beniamino americano dimostra una carica e un’energia da diciottenne. La maestria, poi, con cui maneggia la sua chitarra è da lasciarti senza fiato: i riverberi e le distorsioni di suono che riesce a creare sono intense e appassionanti, che deliziano tutti i fan di quel noise rock aggressivo e prorompente. La scaletta prevede sia brani dal suo ultimo disco Screen Time, composto principalmente da lunghe canzoni strumentali eseguite ad arte come The Station e The Neighbor, sia canzoni meno recenti, come la celebre Hashish.

Momento di campanilismo: Thurston Moore venne a suonare nella mia piccola città natale, Vasto in provincia di Chieti, nel lontano 2016 e se ne innamorò completamente, tanto da tornarci successivamente sia come turista che da dedicargli una canzone. Infatti ieri sera, prima di eseguire Siren ha elogiato pubblicamente la mia città, rendendo l’esecuzione ancora più emozionante per la sottoscritta. 

Due band diverse sia per il sound che per l’attitudine, ma perfettamente amalgamate che ci hanno regalato una serata emozionante e suggestiva, che ci hanno lasciato per tutta la serata un sorrisetto soddisfatto di chi, per qualche ora, ha saziato la propria fame di live music di un certo livello.

 

Alessandra D’aloise

Foto: Roberto Mazza Antonov
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KING HANNAH

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VEZ5_2020: Marta Musincanta

Fare un bilancio del 2020 di qualsiasi tipo – anche musicale – è un po’ strano, dato che la percezione del tempo è stata completamente distorta e questi 12 mesi sono durati in realtà 57. Ma comunque in questi 57 mesi la musica è stata fondamentale: un po’ bene di conforto, un po’ fonte di nostalgia per una normalità persa per strada e qualche volta anche motivo di dispiacere, ripensando magari a tutti i concerti mancati e che non si sa quando riprenderanno nella loro forma più vera e sincera: appiccicati gli uni agli altri addosso a una transenna.

Ecco allora che abbiamo chiesto ai nostri collaboratori e amici di raccontarci quali sono stati gli album che hanno tenuto loro più compagnia durante questo 2020…

 

Rispondo contenta all’invito di VEZ Magazine di presentare la mia classifica musicale 2020 con cinque dischi da me preferiti o da evidenziare.

Parto dalla mia personale convinzione che le classifiche, per quanto io ami i numeri, sono uno strumento massacrante per qualunque brava persona, redattore da una parte e artista dall’altro. Quindi, questi cinque li pongo allo stesso livello, al pari dell’importanza di tutte le cinque dita in una mano.

Piace l’idea? Mi acconsento da sola e vado avanti. Dunque…

 

Pottery “Welcome to Bobby’s Motel”

Pottery chi? Cercateli. In periodo di immobilità Covid, questa giovane band canadese ci trascina nel ritmo tra atmosfere funky, new wave e deviazioni artistiche varie nell’hotel surreale di Bobby, personaggio dalle mille personalità. Mi piacerebbe andare in quell’hotel per un 24h Party People con i Pottery, mentre ad un certo punto spunta la famiglia Simpson al completo e in un angolino David Byrne e lo trascino a ballare tutti assieme.

Traccia da non perdere: Texas Drums Pt I & II

 

Deftones “Ohms”

È come quando non senti un carissimo amico da tanto tempo e poi, appena dice “Pronto?” ci si ritrova subito a fare una lunga chiacchierata telefonica, azzerando ogni distanza. Chino Moreno è la voce di quel vecchio amico il cui nome è Deftones, con il suo carattere un po’ rabbioso, un po’ melanconico, in quanto mai superficiale. Quindi scatta l’abbraccio, con le orecchie e con il cuore “Sei sempre lo stesso, Def!”.

Traccia da non perdere: This Link Is Dead

 

Idles “Ultra Mono”

Immagino che gli Idles sul palco siano entropia. Purtroppo non li ho ancora visti live, per cui forse mi racconto una favola, in cui i membri della band appaiono come tanti anti-eroi. Sfacciatamente diretti nei testi pregni degli orrori e conflitti scaricati dalla politica sulla società, non evitano anche di esprimersi in quanto individui bisognosi di sentimenti. Adottiamo un Idle.

Traccia da non perdere: GROUNDS

 

Thurston Moore “By the Fire”

Questo gigantesco uomo con la chitarra si sdoppia, poi si sdoppia ancora e infine si risdoppia. Questo album contiene diverse meraviglie, eco dei migliori Sonic Youth e brani con la spiccata sperimentazione nel mondo attuale di Thurston Moore. La sua chitarra cerca la sua chitarra, combatte contro se stessa, poi vince la battaglia ma l’altra battaglia la vince l’altra (sempre) sua chitarra. Ne resterà solo una. O uno.

Traccia da non perdere: Cantaloupe

 

A.A.V.V. “Angelheaded Hipster. The Songs of Marc Bolan”

Cosa succede qui. Avviene una storia vera. Succede che un signore molto noto nella scena musicale mondiale di nome Hal Willner grande produttore, come ad esempio di dischi di Lou Reed e Leonard Cohen, oltre ad essere anche ideatore di progetti one-shot accorpando dei combo artistici inediti, mette in piedi qualche anno fa e conclude questo complesso progetto discografico omaggio a Marc Bolan, Angelheaded Hipster. L’elenco degli artisti da lui coinvolti è corposo. Troviamo Marc Almond, Devendra Banhart, Nick Cave (la “sua” Cosmic Dancer è sublime <3 ), Perry Farrell, Joan Jett, David Johansen, Father John Misty, Beth Orton, U2 con Elton John, Julian e Sean Lennon e molti, molti altri. Al momento della presentazione ufficiale, il Covid porta via Willner nel giro di pochi giorni. Siamo a New York in questo aprile 2020. Racchiude tanti contenuti questo album, l’arte si forma e si trasforma anche prolungando la vita artistica, come nel caso di quella di Bolan, innestandosi nella vita di altri. Ma la vita si manifesta decisiva autonomamente, dimostrandocelo con la sua bruciante imprevedibilità.

Traccia da non perdere: Cosmic Dancer

 

Marta Musincanta

 

Marta Ileana Tomasicchio, parallelamente alla sua professione, per passione si è sempre impegnata su più fronti per promuovere e divulgare cultura musicale nell’ambito del rock e musica d’autore sul territorio riminese. ‘Smiting Festival’ è il festival nazionale della cultura non convenzionale da lei curato. Ideatrice della rassegna musicale ‘JustFor1Day’, è anche tra gli organizzatori del ‘Cold Fest’. Tra le produzioni, autrice anche dei due spettacoli teatrali “Ballate di amore e follia: viaggio tra le Murder Ballads di Nick Cave” e “A Kid A -il cambiamento nella visione dei Radiohead”. Conduce la trasmissione radiofonica “Musincanta” in onda su Radio Icaro a Rimini 92 FM e su Radio Talpa di Cattolica. È stata la prima dj selector al femminile nei rock club in Romagna tra il Santa Monica Boulevard, Kantiere, Caffescuro e Velvet. L’impegno è alimentato dalla volontà di far conoscere e divulgare Musica estranea alle logiche commerciali.