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Tag: tilt to the wind no more

I molteplici progetti passati, presenti e futuri di Andrew McMahon

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Da astro nascente dell’emo rock a stella del pop radiofonico. In questa breve intervista, viaggiamo a ritroso nella carriera, nella vita privata e in quella sociale del cantante dei ritrovati Something Corporate, scoprendo di più del suo album in uscita Tilt At The Wind No More come Andrew McMahon In The Wilderness, e quello che resta del passato… e sì, gli abbiamo chiesto se entrerà in studio con i Something Corporate.

 

Ciao Andrew, è un piacere averti con noi su VEZ Magazine!

Partiamo con il primo elefante nella stanza: hai un nuovo album in uscita come Andrew McMahon In The Wilderness, nel tuo quarantesimo anno d’età. Visto che, fin dai tuoi esordi, hai sempre affrontato temi impegnativi ed attuali come il bullismo e la sofferenza, cosa dobbiamo aspettarci di ancora più maturo dai testi di Tilt At The Wind No More?

“È passato qualche anno dalla mia ultima uscita discografica e ci sono stati un sacco di eventi importanti. Compiere 40 anni, realizzare che ho passato più della metà della mia vita on the road, 15 anni senza cancro, 15 anni sposato, pubblicare un memoir e così via. Ho voluto che questa musica riflettesse quello che ho imparato lungo il percorso e farlo con un occhio rivolto a quello che verrà. C’è molto in Tilt (at the Wind No More, NdR) riguardo all’invecchiare e all’impatto dell’amore e delle relazioni sul mio viaggio.”

 

Ho ascoltato il Tilt At The Wind No More ed è inevitabile pensare a quanto sia immediatamente riconoscibile ed inconfondibile il tuo “tocco”. Come riesci a conservare la tua identità evolvendo comunque i suoni e aggiungendo strumenti?

“Trovare me stesso e la mia voce in nuovi panorami musicali è sempre un processo e onestamente il motivo per cui ancora mi piace fare musica. Voglio sempre cercare di trovare un nuovo modo di presentare le mie idee e le mie canzoni e a capire come farlo con nuovi collaboratori e nuovi strumenti spesso ci si riduce ad andare per tentativi. Quando sento che il suono mi rappresenta o rappresenta l’artista che mi sento di stare diventando, allora lo seguo finché la canzone non è finita.”

 

Vado subito dall’altro elefante: la reunion dei Something Corporate. Oltre alle attesissime performance live del When We Were Young Festival, possiamo anche aspettarci qualche canzone nuova?

“Sono davvero molto eccitato all’idea di riunirmi con la band su un palco così grande. Mi sembra che sia l’occasione giusta per ritrovarci e siamo tutti molto eccitati. Non ci sono programmi riguardo a nuova musica per il momento, ma non l’escludo neanche.”

 

Nei primi 2000 sbocciavano artisti come Something Corporate, New Found Glory, Fenix TX, The Early November e tanti altri, accomunati dallo stesso tetto: la mitica Drive-Thru Records. Sei ancora in contatto con i fondatori Richard e Stephanie Raines?

“Quelli erano tempi incredibili e il legame che c’era con quelle band continua ed è veramente significativo. Ciò detto, è un pezzo che non sono in contatto con la vecchia crew della Drive Thru.”

 

Facciamo un passaggio intermedio, il side project Jack’s Mannequin mi è piaciuto molto sia musicalmente che per la rilevanza sociale a supporto di una causa così delicata come il cancro e l’importanza di un programma di supporto per giovani affetti da leucemia. La fondazione Dear Jack che hai creato a tal proposito è ancora attiva?

“Dear Jack è ancora molto attiva e cresce ogni anno. Lavoriamo con centinaia di pazienti, sopravvissuti e le loro famiglie ogni anno per aiutarli a navigare le loro esperienze col cancro ed è il lavoro più importante a cui ho avuto la fortuna di poter prendere parte.”

 

Abbiamo quasi finito quindi si rende necessario sapere 2 cose: hai ancora quel pianoforte pieno di adesivi iconici? Salti ancora sul piano a piedi nudi?

“Ho ancora quel piano e ho scritto praticamente ogni album con quello da quando ha viaggiato con me la prima volta durante il Warped Tour. Salto ancora sul piano nella maggior parte degli show ma ho iniziato a portare le scarpe.”

 

Grazie mille per il tuo tempo e speriamo a presto!

 

Stefano ‘Cece’ Gardelli
Editing e Traduzione: Francesca Garattoni