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Tag: Vidia Club

Counterfeit @ Vidia Club

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• Counterfeit •

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+
VUKOVI

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Vidia Club (Cesena) // 26 Ottobre 2019

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Foto: Luca Ortolani

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 VUKOVI

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SETLIST:

 

Scansione 26 ott 2019 21.56

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Grazie a: Vertigo

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Marlene Kuntz @ Vidia Club

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• Marlene Kuntz •

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30 : 20 : 10 MKTour

Vidia Club (Cesena)  // 5 Ottobre 2019

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Sperduto nella frazione di San Vittore, in provincia di Cesena, il Vidia Club è rimasto uno degli ultimi baluardi della notte alternativa romagnola. Un luogo che rievoca gli anni del liceo al ritmo di Mr. Brightside dei Killers e i sabati sera a pogare in compagnia dei System of a Down. Un luogo dove ritorno, dopo cinque anni, per ritrovare le stesse mura nere e le luci soffuse, che stasera ospiteranno il tour dei Marlene Kuntz per celebrare i loro trent’anni di carriera.

Sul palco buio solo una scritta: Marlene Kuntz 302010 MK2.

La band apre la prima parte del concerto, in acustico e costituita dai brani più intimi ed introspettivi del suo repertorio, con Lieve, la canzone che fece innamorare Giovanni Ferretti dei CCCP dei Marlene e di cui i loro stessi, reciprocamente, sono grandi ammiratori.

Sullo schermo dietro al palco scorrono proiezioni che completano come metafore il testo delle canzoni e sull’immagine di un uomo che si perde in fondo all’immobile rosso, Cristiano Godano racconta la vicenda del poeta Osip Mandel’stam, scomodo alle autorità russe e per questo costretto alla prigionia nei Gulag. La moglie Nadia, per paura che i suoi scritti venissero persi e distrutti dalla polizia russa, li imparò tutti a memoria: la forza di questo tragico amore lo spinse a scrivere Osja Amore Mio. Appaiono alcune parole russe rosse, tra cui vremia, ovvero tempo.
“Forse tornerai e io non ci sarò più, se mi senti dimmi dove sei, sono io, Nadia, e tu dove sei?”. Un cuore si sfalda in foglie, scende la neve bianca.
La gente urla entusiasta nel conoscere il significato profondo della canzone: il momento più intenso della serata.

“Poeti, intellettuali, pensatori danno fastidio ai regimi. Bisogna stare un pò attenti. Questa è Bella Ciao”. Così Godano introduce l’esecuzione del brano, uscito ad Aprile in collaborazione con Skin per la manifestazione di Riace, piena di struggente compassione e dignità. Si respira un certo senso di appartenenza e di comunità tra il pubblico, affezionato alla band da trent’anni. A metà del brano, scendono delicati alcuni petali rossi dietro alle loro spalle, “un fiore morto per la libertà”. 

“Ora Riccardo Tesio, prende il basso” dice Cristiano. Così, incalzante e sensuale, inizia Sapore di miele. Lagash, Luca Saporiti e Davide Arneodo impugnano i tamburelli. Il pubblico è sovreccitato e batte le mani. Il miele cola alle pareti, l’immagine di una bocca rossa è sovrapposta. “Dammi il tuo nettare”.

Uno scheletro danzante accompagna l’esecuzione di Fantasmi. “Se un fantasma ce l’hai sai ti potrebbe venire a dire che questa canzone non riguarda altri riguarda te”, il brano ha tutta la disperazione di chi è stato tradito e deve difendersi.
“E’ una canzone d’amore, si intitola Musa” annuncia Cristiano. Musa rapisce il pubblico nel ritornello, “perché tu sai come farmi uscire da me, dalla gabbia dorata della mia lucidità; e non voglio sapere quando, come e perché questa meraviglia alla sua fine arriverà”. La fine arriva e fa da protagonista uno scambio prolungato di chitarre tra Cristiano Godano e Riccardo Tesio. Pura Estasi.
Fantasmi e Musa sigillano la prima parte acustica del concerto, toccante e romantico.

La seconda parte del concerto è dedicata al ventennale del disco Ho ucciso Paranoia, le cui canzoni sono eseguite tutte, tranne Il Naufragio, nell’ordine della tracklist.
“Ho preso Paranoia, la mia concubina cocciuta. E l’ho accoppata, giuro, come di schianto.”
Inizia con L’Odio Migliore la seconda parte del concerto in elettrico. E’ cambiato tutto, e come le chiama Godano, sono iniziate “le bordate”.

Seguono L’Abitudine, Le Putte, L’Infinità e Una Canzone Attesa. Durante il riff magnetico di Questo e Altro, “certe cose son da fare, una è detta eliminare”, la gente si scatena tra cori di devozione e spinte nell’ebbrezza del pogo.

“Trenta fottuti anni. Trent’anni di amicizia e di combattere insieme. Qui, abbiamo suonato i nostri primi concerti. Siamo ancora qua e siete ancora qua e tutto ciò è fantastico”.

Nella seconda parte del concerto le immagini sullo schermo si fanno astratte. Luci e colori si susseguono al ritmo incalzante del rock alternativo dei Marlene. Il pubblico in coro chiede Il Lamento dello Sbronzo e alla fine del brano Cristiano commenta con un “suoniamo bene perché l’atmosfera è fantastica”.
La cover di Impressioni di Settembre dei PFM e La Canzone che Scrivo per Te, disco d’oro nel 2000 che vanta la collaborazione con Skin degli Skunk Anansie, riportano all’intimità della prima parte.

“Sono stati mesi di disagio, credo molti possano condividere. Bisogna continuare ad essere concentrati e attenti e la bellezza potrebbe contribuire, non da sola, a salvare il mondo”. Il cantante annuncia così La Bellezza e il ritornello “Noi cerchiamo la bellezza ovunque” viene enfatizzato dalla dalla perfezione del violino suonato da Davide Arneodo.

Sonica è l’ultimo brano del concerto. Il mondo crolla in pezzi sullo schermo e sembra incorporare la nostalgia già presente del pubblico per la fine dello spettacolo.
Le luci si spengono.
I Marlene rientrano sul palco e la gente urla ancora dopo queste tre ore di concerto da brividi.
Le persone a bordo palco toccano le mani di Cristiano, Riccardo, Luca, Davide e Luca per non lasciarli andare. Ed è li tra quelle mani sudate e gli abbracci spontanei che sopravvive il sodalizio amoroso tra i Marlene Kuntz e il suo pubblico devoto da trent’anni.

 

Grazie a FleischVertigo

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Testo: Giulia Illari 

Foto: Siddharta Mancini

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Shandon @ Vidia_Club

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• Shandon •

 +
Heartfall

Vidia Club (Cesena) // 09 Marzo 2019

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SETLIST:

 

Scansione 10 mar 2019 16.35 2

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Foto: Luca Ortolani

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Heartfall

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Uriah Heep @ Vidia_Club

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• Uriah Heep •

 

Vidia Club (Cesena) // 02 Gennaio 2019

 

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Grazie a Vertigo
Foto: Mattia Celli

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Naftalina @ Vidia_Club

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• Naftalina •

+
IESSE | Drive Me Dead

Vidia Club (Cesena) // 05 Gennaio 2019

 

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IESSE

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Drive Me Dead

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Ernia @ Vidia_Club

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• Ernia •

Vidia Club (Cesena) // 29 Dicembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Matteo Professione, in arte Ernia, è tra i più apprezzati e promettenti rapper della nuova generazione.

Sulla scia dell’ottimo riscontro ottenuto con Come uccidere un usignolo / 67 (certificato disco d’oro) è tornato sulle scene musicali con 68 l’attesissimo nuovo album uscito per Island Records (Universal) il 7 settembre.

A metà strada tra la profondità tipica del rap conscious e la sfrontatezza che contraddistingue la maggior parte degli interpreti nazionali, Ernia sembra mostrare un nuovo volto della trap italiana, più cupo e riflessivo dove le sue canzoni sono contraddistinte da testi complessi.

Il suo 68 Tour ha chiuso col botto il 2018 del Vidia Club di Cesena!

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Malika Ayane @ Vidia_Club

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• Malika Ayane •

Vidia Club (Cesena) // 08 Dicembre 2018

 

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Foto: Tobia Singer

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Io e La Tigre @ Vidia_Club

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• Io e La Tigre •

+ Thee Fuzz Warr

Vidia Club (Cesena) // 07 Dicembre 2018

 

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Apertura affidata al duo Thee Fuzz Warr, il Santo (Chitarra/Voce) e Pinna (Batteria) ci fanno ascoltare il loro Garage/Punk Psichedelico che mi ricorda tantissimo i ’68 fotografati qualche mese fa a Bologna (link qui).

Pezzi ruvidi e sporchi, chitarre effettate e cambi di tempo la fanno da padrona.

Sicuramente questo duo ha incantato le prime persone presenti.

E poi ecco Io e la Tigre, per le quali un live report non è sufficiente.

Dietro alle canzoni, ai testi, alla musica dolce alternata al suono graffiante c’è un mondo fatto di cultura musicale, di conoscenza storica e politica grazie alla quale l’intensità della performance risulta palpabile anche a chi ancora non le conosce bene.

Per questo motivo a breve ci saranno interviste e reportage su questo gruppo che consigliamo vivamente di ascoltare e di approfondirne i testi e le melodie.

E se sul palco ancora non le avete viste, munitevi subito di biglietto al prossimo live, perché non ve ne pentirete.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Sara Alice Ceccarelli

Foto: Luca Ortolani

 

Grazie a Garrincha[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”10132,10131,10126,10123,10139,10141,10121,10127,10128,10129,10124,10125,10130,10142,10138,10140,10133,10122,10135,10134,10136,10137″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Thee Fuzz Warr

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Young Signorino @ Vidia_Club

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• Young Signorino •

Vidia Club (Cesena) // 24 Novembre 2018

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text][/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Testo: Sara Alice Ceccarelli

Foto: Marco Rossi[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9735,9738,9745,9734,9744,9736,9742,9741,9740,9743,9739,9737″][/vc_column][/vc_row]

I Pearl Jam a Milano aprono il loro mini-tour Italiano

I-days 2018
Pearl Jam

 

Ansia. Questa è la parola che sceglierei per descrivere i giorni che hanno preceduto l’atteso concerto dei Pearl Jam agli I-days 2018. Ansia perché dopo l’annullamento dello spettacolo di Londra anche l’appuntamento di Milano era a rischio. E dopo 7 mesi di attesa non ero pronta a ricevere una notizia simile, soprattutto a causa di un mal di gola.
Quindi dopo che hanno confermato la loro presenza al festival milanese tutto il resto sembrava secondario. Non importava la camminata sotto il sole cocente e non importava nemmeno avere perso i miei amici e aver rischiato di rimanere a piedi. A quel punto l’unica cosa che importava era essere li.

Prima dei Pearl Jam si sono esibiti gli Sterophonics che hanno dimostrato di saper gestire una folla come quella che ieri ha riempito l’aera expo di Milano, la location che quest’anno è stata scelta per ospitare gli I-days.
La band gallese, che è stata sul palco per circa un’ora, oltre ad aver portato i loro pezzi più famosi ha accennato un piccolo tributo ai Pearl Jam con le note iniziali di Given to Fly. La folla è impazzita.

Penso che sia stato quello il momento che tutti aspettavano; l’istante che ha fatto pensare a tutti “ecco ci siamo”.

E poco dopo è iniziata la magia.

Quando Eddie Vedder è salito sul palco, parlando in un italiano maccheronico, intonando Release nella nostra lingua, tutto sembrava essere perfetto e le preoccupazioni dei giorni precedenti sono volate via.
Nonostante fosse sotto tono e abbia fatto fare un grande lavoro al pubblico e al suo chitarrista le emozioni che ha regalato a chi era presente sono state tante. Non importava la lontananza o la vicinanza dal palco: essere al centro della folla, tra 60.000 persone che saltano e cantano Even Flow è stata un’emozione unica.
Tanti intermezzi parlati, forse per dare il tempo al cantante di riposare un po’ le corde vocali. E proprio nel bel mezzo del concerto c’è stato il momento più romantico della serata. Eddie, in un italiano traballante e un po’ da commedia americana, ha letto una lettera in cui ricordava il primo incontro con la moglie avvenuto proprio a Milano 18 anni prima. E dopo averla chiamata sul palco, con una bottiglia in mano, hanno brindato insieme. Musica e romanticismo, non si poteva chiedere di più.
Scaletta ridotta, viste le condizioni di Vedder, ma ricca di grandi classici e tributi a band come i Pink Floyd, Van Halen e Neil Young.

E mentre al termine del concerto ripercorrevo la camminata a ritroso per tornare alla macchina, continuavo a chiedermi “Chissà come sarebbe andata se fosse stato in forma”.
Credo che per avere una risposta tornerò a sentirli alla prossima tournée europea. Perché davvero ne vale la pena.

 

Laura Losi

 

 

Foto di Stefanino Benni

Un grazie di cuore a The Front Row

 

 

 

Ghemon e i suoi 36 anni a MEZZANOTTE

 

 

Ore 24:00

Auguri Ghemon!

Buon Compleanno!

 

Si perché Ghemon ha festeggiato in Romagna il proprio compleanno, il 31 marzo sul palco del Vidia Club di Cesena. Assieme a tutti noi a Mezzanotte, come il titolo del suo ultimo album. E proprio a mezzanotte un boato di auguri dal pubblico e la sua commozione sono stati i protagonisti per 60 secondi. Lo abbiamo intervistato qualche giorno prima del concerto, e già da quello scambio di battute eravamo emozionate e ansiose di assistere per la prima volta al suo live.

Ciao Ghemon. Siamo Sara Alice Ceccarelli e Claudia Venuti di VEZ Magazine. Grazie per aver accettato la nostra richiesta di intervista.

Ma grazie a voi! Mi piaceva tanto il nome quando l’ho letto sul calendario. Ero davvero curioso di parlare con voi.

Il tuo genere musicale è un genere al quale si associano, spesso superficialmente, sempre gli stessi temi. Temi come la droga, la vita di strada, il vivere di espedienti. Il tutto condito da una sorta di autocelebrazione. È un genere nel quale nessuno si mette mai veramente a nudo, mentre tu lo fai ed è un tratto distintivo della tua musica. Quanto è intenzionale questa cosa e quanto ti viene spontanea?

È estremamente spontanea, da subito è stato così, da subito non ne ho potuto fare a meno e ho proseguito su quella strada. Quello che dite è vero. So bene quali sono alcune caratteristiche che riguardano la scrittura del rap o i personaggi che vengono descritti. In qualche modo, tra virgolette, ci sono pure affezionato a livello di utente, perché so come e perché è nato il rap e certe cose hanno fondamenti e basi storiche e artisticamente parlando hanno un senso se vengono scritte in quel modo. Il problema nasce quando chi le scrive e le canta talvolta non è del tutto consapevole di questo background. È un peccato, perché poi si perde l’autenticità. Quindi ho semplicemente pensato di essere me stesso, senza dovermi adattare agli stilemi del genere rap o alle aspettative che si hanno sui temi che di solito vengono trattati. Mi sono detto “questo sono io, con tutti i miei difetti, ed è questo che voglio scrivere” ed è venuto tutto in maniera molto naturale. Se è questo quindi quello che traspare, vi ringrazio di avermelo detto. È un complimento.

In una tua intervista di qualche tempo fa avevi dichiarato di aver vissuto un periodo di isolamento, una sorta di distacco dalla realtà. L’hai fatto per ritrovarti e che impatto ha avuto sulla tua scrittura?

Un ritiro di questo tipo non è facile da vivere, ma lo si fa con le migliori intenzioni, per una crescita. Sicuramente ha avuto un grande impatto sia su di me che sulla mia scrittura, anche perché quando mi prendo del tempo lo faccio appunto tentando di evolvermi, di migliorare la situazione presente nei limiti del possibile, ovviamente. È stata una necessità perché venivo da due anni e mezzo di tour nel quale ho cantato, conosciuto tanta gente, parlato tanto e viso tante cose. Avevo come la necessità di andare in “cantina”, diciamo, di ritirarmi per conto mio. Ogni tanto ho bisogno di silenzio, di partire, e delle volte le persone me lo chiedono se sono vivo o se sono morto.

Abbiamo letto tanto di te. E’ bellissimo l’atteggiamento con cui racconti la tua depressione. Molto spesso noto che si fa fatica a parlarne, invece tu non fai fatica. Tu pensi che parlarne possa servire, utilizzando quindi la propria malattia in maniera propedeutica? 

Ne ho iniziato a parlare perché ho visto che su di me funzionava. Mi spiego meglio. Seguo le TV di tutto il mondo, sopra ogni cosa quelle anglosassoni e mi interesso di svariate cose, non solo di musica. A me piace tanto anche lo sport e sui media stranieri ho quindi notato che ormai è una questione di cultura generale parlare di certe problematiche come la depressione. Gli sportivi, i comici, gli attori, i cantanti parlano approfonditamente della propria malattia e sempre senza vittimismi. Da utente quindi ho tratto molto giovamento da questa opera di sensibilizzazione da parte dei media stranieri. Questo, che all’estero ormai avviene da qualche tempo, ha aiutato tanto anche me che li ascolto da lontano, seppur io fossi già ad uno stadio avanzato con la mia terapia con una diagnosi già fatta ormai da tempo. Siccome è stato utile su di me ho pensato che avendo anche io un megafono avrei potuto farlo a mia volta per poter aiutare gli altri. È importante che gli altri capiscano che genere di emozioni si provano e che la accolgano la malattia perché non è una cosa di cui vergognarsi.

Cosa diresti quindi a chi ne soffre e ha paura di affrontarla?

Gli direi che non è un male oscuro. Non è un male da nascondere per mantenere le apparenze, perché altrimenti mostrarsi per come realmente si sta sarebbe sintomo di debolezza. A me questa cosa del mantenere le apparenze rompe particolarmente le scatole. Una volta lo psichiatra mi ha detto “Se una persona ha il diabete non è colpa sua” allo stesso modo quindi, non ci si deve sentire in colpa se si è malati di depressione. Bisogna affrontare la depressione, curarla e imparare a conviverci con tutte le difficoltà del caso e con l’aiuto necessario. La realtà è che la depressione rimane con noi e ci accompagna ogni giorno, tanto vale usarla a nostro favore, per conoscere meglio noi stessi, con impegno. Può essere una risorsa quindi, come dicevate prima, se viene utilizzata in maniera propedeutica. Questa cosa mi sembra che stia molto aiutando. Mi arrivano tantissimi messaggi da persone di tutte le età che mi ringraziano di aver toccato l’argomento. Mi fa piacere perché ho capito di aver toccato una cosa importante. Talvolta mi dicono che ho molto coraggio a espormi in questo modo. In realtà non è così, perché è stato molto più difficile affrontare la depressione e uscirne. Questo non è niente. Parlarne non è niente.

Possiamo venirti a trovare sabato dopo il concerto?

Certamente, non ci sono problemi anzi dovete! Quella di Cesena la prendo come una serata di festa. Per prima cosa perché è la seconda serata quindi la tensione è svanita e poi perché a mezzanotte sarà il mio compleanno. Siete proprio le benvenute. Venite che ci diamo un abbraccio e brindiamo insieme nei camerini del Vidia Club!

 

Grazie mille Ghemon. Per la tua musica, le tue parole e la tua umanità.

E per l’abbraccio.

 

Sara Alice Ceccarelli & Claudia Venuti

 

Ghemon VEZ 19

 

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Bud Spencer Blues Explosion

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Bud Spencer Blues Explosion @ Vidia Club – Cesena // April 1, 2018

 

 

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Thanks to DNA Concerti & Vidia Club

 

 

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