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Tag: vittorio cosma

I DEPRODUCERS in bilico tra musica e scienza

Stanno girando l’Italia, portando nei teatri il loro terzo spettacolo che segue il filone delle Musiche per Conferenze Scientifiche dal titolo DNA. I DEPRODUCERS sono Vittorio Cosma, Riccardo Sinigallia, Gianni Maroccolo e Max Casacci e da qualche anno stanno conducendo un progetto ambizioso: usare la musica per divulgare scienza.

Abbiamo fatto due chiacchiere con Vittorio prima della loro esibizione al Teatro della Tosse di Genova. 

 

Il vostro collettivo ha un secondo nome, Musiche per Conferenze Scientifiche. Quanto è forte secondo voi il potere divulgativo della musica?

In realtà adesso l’abbiamo accorciato ed è diventato Music for Science. Secondo noi la musica ha un potere divulgativo enorme, in quanto trascende barriere sia linguistiche che culturali. Ha una capacità di penetrazione, di attecchimento tale nelle menti di chi ascolta che ci è sembrata una buona idea utilizzarla per veicolare qualcosa di più razionale come la scienza. Se andiamo a vedere, scienza e musica hanno parecchio in comune, dal mistero alle parti più filosofiche, e possono essere viste come due modalità diverse, una più razionale e una più emotiva, di interpretare la realtà.

 

DNA è il terzo progetto che segue questo filone, dopo Planetario e Botanica. Come decidete il tema da affrontare e cosa vi ha spinto in questo caso a scegliere la vita e l’evoluzione, passando per la malattia?

Il nostro potrebbe essere definito come un viaggio poetico, come la versione teatrale del documentario degli anni sessanta Potenze di Dieci, che partiva dai confini dell’universo e arrivava fino agli atomi del corpo umano. Il primo capitolo, Planetario, è più astratto e lontano da noi, mentre il secondo, Botanica, ci ha messo davanti agli occhi qualcosa che vediamo tutti i giorni ma a cui forse non prestiamo molta attenzione, cioè le piante. Infine, abbiamo deciso di entrare in un universo microscopico, quello del DNA degli esseri viventi.

 

Sul palco siete affiancati dal professor Telmo Pievani, esperto di evoluzione. Come descrivereste questo connubio?

Telmo è il nostro frontman sul palco, nonché quello che porta avanti la parte scientifica. È una collaborazione già consolidata e che si è sempre dimostrata fruttuosa, perché da ciò che ci raccontiamo scaturisce sempre, consciamente o inconsciamente, un’ispirazione che ci permette di creare della musica nuova.

 

Com’è nata invece la collaborazione con AIRC, altro partner del progetto? 

Anche loro sono venuti a vedere i nostri precedenti spettacoli e hanno pensato che quello che facciamo sul palco fosse un buon modo per diffondere tra il pubblico una certa conoscenza anche su ciò di cui si occupano da ormai decenni.

 

Avete già in mente altre musiche per conferenze scientifiche o c’è qualche tema che vi piacerebbe affrontare in particolare?

Ne abbiamo già parlato un po’ tra di noi e saranno usciti un centinaio di possibili temi da affrontare. Dalla filosofia all’economia, passando per la robotica, la chimica oppure ancora la matematica pura. È bello poter approfondire discipline così diverse, veicolandole con un mezzo naturale come la musica. Ci piace pensare che, una volta uscito dalla sala, uno spettatore vada a casa avendo imparato che cos’è il genoma, ad esempio. Non è una cosa da poco…

 

Testo: Francesca Di Salvatore

Foto: Giulia Spinelli