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• Salmo •

Unipol Arena (Bologna) // 25 Novembre 2022

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]È sempre emozionante arrivare a Bologna e scendere dall’auto al parcheggio dell’Unipol Arena, ma ancora più emozionante è sapere che avrebbe cantato Salmo, uno dei più influenti (e versatili) esponenti del rap italiano. C’è da dire che non mi sarei mai aspettato così tanta gente arrivare in anticipo: i posti auto erano quasi esauriti e le bancarelle strabordavano di persone affamate e assetate di birra. Il pubblico è incredibilmente vasto: mi aspettavo più fan del rap vecchia scuola, fra vestiti larghi e maglie firmate Machete (logo storico del rapper sardo), ma con sorpresa mi sono imbattuto in tantissime persone vestite elegantemente, con cappotto e camicia e diversi rocker. Chiaro, non mancavano i rappusi, ma tantissimi vestivano Propaganda (marchio del rapper Noyz Narcos).

Entrando nell’Arena, però, ho capito il minimo comune denominatore che legava le persone: l’amore per la musica di Salmo, che fra testi carichi di carisma e significati profondi e critici riesce a unire il cinismo che lo contraddistingue dall’inizio della sua carriera e la capacità di analizzare argomenti più personali e delicati. Era come un’onda che, pulsando come la marea, investiva gli spettatori. Eravamo impazienti.

Appena vengono spente le luci, per far suonare il gruppo di apertura, la folla inizia a chiamare “Maurizio!”, il nome reale di Salmo. Non mentirò, sul momento sembravano tutti delusi perché credevano avrebbe iniziato a cantare subito il rapper. Ma la bravura di Shari, giovane cantante che ha partecipato in una canzone nell’ultimo disco di Salmo, si ritrova nell’aver catturato immediatamente il pubblico, regalandogli un live di apertura unico nel suo genere. È stata capace di canalizzare l’impazienza e l’energia dormiente che gli spettatori riservavano avaramente soltanto per Salmo.

Appunto, canalizzare, perché nemmeno il tempo di iniziare che tutte le tribune erano già in piedi. La tensione accumulata in fino a quel momento si è risolta con l’arrivo del rapper sul palco, che attacca subito con una delle sue hit principali: Russel Crowe. Boati, mani che ondeggiano, folla completamente impazzita per un’atmosfera che rende gloria alle canzoni che esegue: ritmate, dure e che trasmettono forza e cattiveria.

Salmo non è un rapper, è una rockstar per quanto tiene il pubblico e per quanto bene riesce a performare assieme alla band. Si nota anche il background rock/metal che ha caratterizzato gli esordi dell’artista. Riesce a dare un’energia incredibile al pubblico, che salta in continuazione anche grazie alla fusione precisissima di strofe e ritornelli di canzoni diverse, e di una scaletta che punta a raggiungere il climax sempre più velocemente, per fermarsi e poi ripartire con più foga di prima. Salmo ha fatto tremare l’Unipol per tutto il live, senza farsi mancare momenti divertenti in cui storpia le parole o il tono delle canzoni. La scenografia è eccezionale: oltre alle proiezioni alle spalle dell’artista, la band va a dare pienezza sul palco e l’esibizione di Salmo, che durante CRIMINALE è dietro le sbarre e A DIO canta sopra una piattaforma nascosta dalla nebbia, diventa cinema. Il rapporto che ha col pubblico è amichevole, riesce a mettere tutti a proprio agio. Li invita a ballare, li fa cantare, chiede se qualcuno sta male. Un live di Salmo è come sentirsi a casa, assieme al proprio migliore amico.

Dopo un breve stacco, il live si sposta al centro dell’Arena, dove la band e il rapper si esibiscono in acustico con pezzi più vecchi. È il momento in cui tutto il pubblico canta a squarciagola, qualcuno accanto a me si commuove ascoltando La Prima Volta, pezzo iconico della carriera di Salmo. Si sono finalmente calmate le acque: se prima il live assomigliava ad un mare in tempesta, ora è arrivato il sereno. La musica sta cullando l’anima di chi ascolta, anche grazie a sonorità folk e malinconiche, romantiche. È impressionante il cambio di atmosfera, per cui se prima l’Arena era tremante e scalpitava per i pezzi più movimentati, ora si alternano torce e la vibrazione del pubblico che non salta più, ma ondeggia, canta, quasi piange.

Il concerto si chiude con un DJ set, per cui l’arena viene trasformata in una discoteca e la gente riprende a saltare, saltare, saltare. La maestria di Salmo, tanto nel suonato, che nel cantato, viene coronata anche dall’acume dei pezzi scelti e dalla bellezza dei mix.

Insomma, Salmo non ha floppato. Venerdì 25 novembre è stato avvertito un terremoto di magnitudo 1984 a Bologna.

Riccardo Rinaldini

foto di Luca Ortolani

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