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Tag: zen circus

La ricetta degli Zen Circus tra ispirazione e coincidenza

Ad un mese dall’uscita del loro ultimo album, abbiamo avuto l’occasione di fare due chiacchiere con Ufo – al secolo Massimiliano Schiavelli – bassista degli Zen Circus, che ci ha parlato de L’Ultima Casa Accogliente, ma anche di carriera e di Ritorno al Futuro.

 

Ciao e grazie per averci concesso quest’intervista! Iniziamo parlando del vostro ultimo lavoro, L’Ultima Casa Accogliente. Avete detto che è un album a cui siete molto affezionati, ma anche che è il vostro disco “meno pensato”. Cosa intendete?

“Siamo senza dubbio molto legati a questo nostro ultimo lavoro, anche per il processo di creazione che c’è dietro. Nasce da un nucleo di brani che avevamo arrangiato a un certo livello già a febbraio scorso e che fortunatamente avevamo avuto modo di “testare” in sala prove, buttando giù dei provini in piena libertà, senza scadenze o preconcetti. Questa occasione è stata fortunatissima, perché a lockdown iniziato avevamo già delle cartelle, dei progetti su cui rimuginare aspettando di poterci riunire nuovamente. Ne è risultato un lavoro a due facce: da un lato è più “ponderato” proprio perché ci siamo presi tutto il tempo necessario per digerire gli spunti e arrangiare ogni cosa, dall’altro è meno pensato nella misura in cui abbiamo seguito l’istinto nel produrlo senza pensare mai al fatto (per dire) che il tal brano fosse troppo acustico, troppo poco acustico, troppo “stile Zen” o troppo poco, o avesse una durata non adatta ai passaggi radio, eccetera.

L’attenzione è stata sulla produzione e l’arrangiamento, suonando i brani come una band e non come un insieme di musicisti chiusi in studio a fare parti predeterminate, se intendi cosa voglio dire. Ci siamo detti in certi momenti “e se la gente non riconoscesse il sound o lo stile di questo brano?” E la risposta era invariabilmente: “che importa?” 

Al momento di ripartire con la registrazione definitiva, Karim è andato al Fonoprint Studio di Bologna (tra regioni non ci si poteva ancora muovere) e ha suonato i brani come se li era immaginati lui, andando avanti o dietro al beat come si sentiva che fosse giusto. Noi da Livorno seguivamo in tempo reale tutto e ci suonavamo sopra. Paradossale, ma ne è risultato appunto un lavoro ragionato ma allo stesso tempo spontaneo. Miracoli dell’era Covid, chissà…”

 

C’è una canzone dell’album che mi ha colpito in particolare, 2050, che sembra quasi la versione futura e post-apocalittica di Viva. Com’è nata l’idea dietro?

“La storia di 2050 è, se si può dire, in tre parti. Avevamo questa traccia strumentale che pareva promettente, ma che aveva qualcosa di irrisolto a livello di giro di accordi e ci ha costretto a riflettere un pochetto. Poi non abbiamo riflettuto più, perché c’è stato un mio casuale intervento in sala prove (è molto probabile che avessi capito fischi per fiaschi e abbia messo una nota a caso) che ci ha fatto ripartire per dare al brano la forma musicale che ha adesso. A seguire Appino ha vomitato il testo tutt’un fiato, non si sa come, e l’abbiamo trovato subito interessantissimo, sembrava un condensato di tante paranoie e riflessioni che avevamo in comune.

Nella terza fase ci siamo accorti che la canzone non aveva un titolo, nemmeno provvisorio. A quel punto ho sparato una data a caso, che gli altri hanno subito approvato. In buona sostanza, un ennesimo prodotto Zen, metà ispirazione metà coincidenza.”

 

Se doveste scegliere una sola canzone della vostra discografia per descrivervi, presentarvi a qualcuno che non ha mai sentito parlare degli Zen Circus, quale sarebbe e perché?

“Questa è una domanda sleale per una band all’undicesimo disco! Scherzi a parte, ma mantenendo per vero che queste canzoni sono un po’ tutte figlie amatissime, e dar loro una priorità è un esercizio difficilissimo, opterei per L’Anima Non Conta, scelta invero paraculissima perché è oggettivamente uno di quei brani che è capitato in un modo o nell’altro fra gli ascolti di persone che non sapevano chi fossimo. Cosa del resto capitata anche a Viva, ma forse in minor misura.”

 

Con vent’anni di carriera alle spalle, la vostra musica è diventata decisamente intergenerazionale: come vi fa sentire sapere di arrivare ad un pubblico così ampio e soprattutto così diversificato?

“Ci fa sentire vecchi in prima battuta. Poi a ripensarci ci fa sentire fortunati. E una cosa compensa l’altra.”

 

L’anno scorso è stato parecchio importante per gli Zen Circus: i vent’anni di carriera, i dieci di Andate Tutti Affanculo, il libro e il festival di Sanremo. C’è qualcosa che vorreste dire oggi ai ragazzi del romanzo?

“Se incontrassi il “me” del romanzo ancora ragazzo, ho la netta sensazione (anche perché ci avevo riflettuto su questa eventualità) che non gli direi proprio nulla. Gli farei fare e dire tutto quello che ha fatto e detto, e gli lascerei tranquillamente l’opzione di darsi tutte quelle zappate nei piedi, perché è giusto che sia così. Sembra scontato, ma, soprattutto nel caso nostro, gli errori, gli svarioni, le esaltazioni insensate e le severe lezioni della vita hanno un loro senso fondante che ha reso unica e peculiare la nostra picaresca scalata al successo (!). E poi bisogna tenere a mente che già Marty McFly ha dimostrato ampiamente che col passato non si scherza…”

 

Francesca Di Salvatore

VEZ5_2020: Francesca Di Salvatore

Fare un bilancio del 2020 di qualsiasi tipo – anche musicale – è un po’ strano, dato che la percezione del tempo è stata completamente distorta e questi 12 mesi sono durati in realtà 57. Ma comunque in questi 57 mesi la musica è stata fondamentale: un po’ bene di conforto, un po’ fonte di nostalgia per una normalità persa per strada e qualche volta anche motivo di dispiacere, ripensando magari a tutti i concerti mancati e che non si sa quando riprenderanno nella loro forma più vera e sincera: appiccicati gli uni agli altri addosso a una transenna.

Ecco allora che abbiamo chiesto ai nostri collaboratori e amici di raccontarci quali sono stati gli album che hanno tenuto loro più compagnia durante questo 2020…

 

Elephant Brain “Niente di Speciale”

Gennaio 2020: le uniche preoccupazioni erano la sessione invernale e quali canzoni sarebbero state portate all’imminente Festival di Sanremo. Questa rock-band perugina fa uscire il loro album di esordio, che è a diventato a tutti gli effetti una delle ultime cose che associo alla normalità pre-pandemia. Non vedo l’ora di poterlo finalmente ascoltarlo dal vivo.

Traccia da non perdere: Agata

 

Cara Calma “Sulle Punte per Sembrare Grandi”

L’album che ho avuto in rotazione costante tra marzo e aprile. Anche se è uscito due anni fa, è riuscito ad incanalare perfettamente tutte le mie emozioni di quel periodo, soprattutto perché trasuda rabbia da ogni nota.

Traccia da non perdere: Qualcosa di importante

 

Achille Lauro “1990”

Non c’è bisogno di presentazioni, né per Achille Lauro né per le iconiche hit anni ’90 che ha deciso di rivisitare con l’aiuto degli artisti più disparati, da Annalisa a Ghali passando per gli Eiffel 65. Un bellissimo flashback, ballabile come solo gli anni ’90 sapevano essere e che ha segnato musicalmente buona parte della mia estate. 

Traccia da non perdere: Sweet Dreams 

 

Bring Me the Horizon “POST HUMAN: SURVIVAL HORROR”

Il ritorno alle origini dei Bring Me The Horizon di cui avevamo bisogno. Nell’anno in cui avrei dovuto assistere alla reunion dei My Chemical Romance a Bologna – ovviamente saltata causa covid – l’ultimo lavoro dei BMTH è stato una manna dal cielo per tutti gli emo kids che non aspettavano altro che poter tirare di nuovo fuori dall’armadio le camicie a quadroni e gli anfibi neri. 

Traccia da non perdere: 1×1

 

Lorde “Melodrama”

Altro album non uscito quest’anno, ma probabilmente quello che davvero ho davvero ascoltato di più in questi mesi. Delicato ma potente, sentimentale senza essere banale e soprattutto triste come pochi. Una colonna sonora perfetta, infatti la scelta di un solo pezzo preferito è difficilissima.

Traccia da non perdere: Sober II (Melodrama), anche solo per quel magnifico intro di archi.

 

Honorable mentions 

The Zen Circus “L’ultima casa accogliente” Non è entrato nella top 5 solo perché è uscito a fine anno.

Duncan Laurence “Small town boy” Perché non si disdegnano mai delle ballad come si deve.

Voina “Ipergigante” Perché per far uscire un album simile a San Valentino ci vuole fegato.

Movements “No Good Left To Give” Rabbia, lacrime e chitarroni.

 

Francesca Di Salvatore

Festambiente 2019 @ Rispescia

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Quella che si è appena conclusa è stata una delle edizioni di Festambiente più belle di sempre. Ogni sera, i visitatori che hanno deciso di trascorrere parte del loro tempo nella cittadella ecologica di Legambiente Onlus sono stati moltissimi. Chi decide di venire a Festambiente lo fa non solo per ascoltare buona musica ma anche e soprattutto perché condivide con noi la ferma convinzione che per salvare il clima e il Pianeta sia necessario passare attraverso un’azione collettiva che deve partire dal basso e vedere tutti protagonisti, nessuno escluso. E ciò non può che riempirci di orgoglio.

Di momenti significativi in questa edizione ce ne sono stati davvero moltissimi. Dalle testimonianze delle ONG che hanno preso parte a due diversi incontri ai numerosi interventi di amministrazioni locali e privati che hanno dimostrato che invertire la rotta è davvero possibile e che la nostra Italia è costellata di esempi positivi da valorizzare e mettere in rete per riuscire a fare sistema.

Festambiente ha ancora una volta confermato di essere un megafono di grande valore attraverso il quale veicolare il messaggio ambientalista ad un numero molto elevato di persone e l’idea di realizzare il primo palco #SALVAILCLIMA è nata proprio in questa ottica: riuscire per mezzo della musica e degli artisti che si sono esibiti nel nostro festival di far arrivare il messaggio di #Legambienteil più lontano possibile.

E così è stato.

Per questo, ringraziamo Daniele Silvestri per essere stato il primo artista ad esibirsi in un #Concertoperilclima di Legambiente, i suoi compagni di palco Diodato e Mirkoeilcane, ma anche The Zen Circus con Giorgio CanaliMax GazzèCarmen Consoli e Alpha Blondy. A tutti loro deve andare una grande parte di merito di un successo straordinario di cui tutti dobbiamo andare fieri.

Un ringraziamento speciale infine ai volontari che da tutta Italia ci hanno raggiunti in Maremma per essere parte di questo meraviglioso ingranaggio. Senza di loro non sarebbe stato possibile realizzare tutto questo e mettere a segno un ennesimo successo che da oggi dovrà essere capitalizzato e avrà il compito di rappresentare una cruciale spinta propulsiva per il prossimo futuro.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1552435921124{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][vc_column][vc_column_text]

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• Day 1 •

14 Agosto 2019

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Daniele Silvestri

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Diodato

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Mirkoeilcane

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• Day 2 •

15 Agosto 2019

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Zen Circus

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Giorgio Canali

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• Day 3 •

16 Agosto 2019

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Max Gazzè

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• Day 4 •

17 Agosto 2019

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Carmen Consoli

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Zen Circus @ Festambiente

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