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Tag: zona roveri music factory

Neck Deep @ Zona_Roveri

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• Neck Deep •

+ Dream State | Parting Gift

 

Zona Roveri Music Factory (Bologna) // 26 Gennaio 2019

 

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Credo che un vero orecchio critico debba sapere quando cade in fallo, quando con presunzione e forse con un po’ troppa superficialità affronta una circostanza musicale che non crede adeguata ai suoi standard.

È quello che mi è successo in quel di Bologna, più precisamente Zona Roveri, sabato 26 gennaio, per il concerto dei Neck Deep.

Essendo figlio del punk rock californiano di prima “battitura” tendo ad essere diffidente verso le nuove leve, soprattutto quelle del Pop-Punk. Oberato dall’emulazione esasperata dei Blink 182 lungo il corso degli anni, la fiamma conoscitiva e curiosa si è gradualmente affievolita, lasciando spazio ad una sorta di glaciale indifferenza verso la categoria.

Fuoco ravvivato dall’inclinazione musicale della mia compagna che ha deciso (con pieno merito) di portarmi a vedere la band Gallese. Zona Roveri è più gremita di quel che credevo, il pogo e la partecipazione scivolano costanti e dettati da grande intensità.

Le sonorità che popolano le mura del locale riecheggiano molto bene, in maniera compatta, quadrata, energica e coinvolgente.

Il morbido e il duro viaggiano su di un binario equilibrato e uniforme, la vena romantica delle tematiche si mescola alle distorsioni, la batteria detta la strada come un faro luminoso che giostra i salti e cori del pubblico che, per usare un’espressione calcistica sono il dodicesimo uomo in campo.

Un muro di suoni ben indirizzato che fa perdere di vista un dettaglio non di poco conto, ai giovani gallesi manca il basso tra le loro file. La formazione ordinaria attuale non lo prevede.

Il vecchio bassista ha terminato la sua esperienza del 2018 ma sembra che la scelta azzardata del quartetto possa apparire convincente, anche se non nego di avere molta curiosità nel sentire uno show dei Neck Deep con un basso e una voce di coro supplementare.

A questo punto arriviamo a Ben Barlow, alla sua voce e alla sua presenza. Partendo dal presupposto che sono ragazzi giovani e che l’attitudine in questo settore o ce l’hai o non puoi inventartela. Il ragazzo mescola un cocktail di genuina cattiveria, rabbia mai invasiva e sorrisi consacranti da vero Frontman buono.

Un piccolo leader dalle notevolissime capacità vocali, dallo spirito trascinante di chi sul palco sembra ci sia nato. Non nego l’amore verso personaggi cosi diretti, cosi alla ricerca del contatto col pubblico, che dimostrano che stare sul palco è una scelta dettata da un’esigenza innata di vivere e vedere perché no, a dispetto della massa, il bicchiere mezzo pieno.

L’espressività travolgente e sincera ha creato una sorta di filo conduttore familiare che ha abbattuto letteralmente il muro di scetticismo che mi avvolgeva.

Band promossa, band da seguire soprattutto in campo internazionale, band che fa ancor più rumore perché il Galles non è prettamente un’officina di situazioni musicali pop-punk, ma questi hanno le carte e lo spirito per scrivere pagine importanti per la scena.

La ricerca di una consacrazione tramite tecnicismi, virtuosismi e complesse situazioni musicali è un cliché che i Neck Deep smembrano perfettamente, dando adito al fatto che le cose semplici, d’impatto e ben suonate restano sempre le migliori, quelle che alla gente restano veramente.

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SETLIST:

MOTION SICKNESS

GOLD STEPS

LIME ST

——

SMOOTH SEAS

PARACHUTE

——-

TORN

JUDGEMENT DAY

KALI MA

——-

SERPENTS

WHAT DID YOU EXPECT?

——-

CITIZENS

DON’T WAIT

——-

DECEMBER

1970 SOMETHIN

IN BLOOM

——-

ROOTS

WHERE DO WE GO WHEN WE GO

 

 

Grazie a Hellfire Booking Agency[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Testo: Vasco Bartowsky Abbondanza

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Dream State

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Parting Gift

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Propagandhi

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• Propagandhi •

+
| Dead To Me | RVIVR |

Zona Roveri – Bologna // 08 Novembre 2018

 

Personalmente attendevo da un doppio lustro di rivedere i Propagandhi, baluardo storico, politico ed irriverente della scena “punk hardcore melodica”.

Aspettative mantenute in parte, se non nella maestria e nell’impeto tecnico che come ogni gruppo con influenze vicine al metal mette come scudo e prerogativa davanti al resto.

Sì, perché la band canadese marchia a fuoco la velocità dei riff e dei virtuosismi con spiccate e molto più ampliate sonorità metal rispetto al passato.

Lo dimostra la scelta della scaletta e della decisione che personalmente reputo discutibile, in quanto romantico nostalgico, di aver trascurato i dischi degli albori, salvo un paio di pezzi come Anti-Manifesto Ma davvero c’è stato ben poco spazio per le dietrologie e i flash-back .

Nel contesto comunque concerto gradevole, fluido, suonato come già citato prima con dettagliata cura e metronomica precisione, più dedito al “perfezionesimo” come culto musicale a discapito del sentimentalismo di primi anni 2000 che aimè, è rimasto un po’ nel cassetto.

Anche per questo forse i Propagandhi vogliono affermarsi e farsi trovare pronti nell’imminente presente, poiché appoggiarsi sul passato è concettualmente prematuro, a dimostrazione del fatto che il serbatoio è ancora pieno di carburante.

Spezzo una lancia a favore di Sulynn Hago, chitarrista che dal 2015 si è unita all’organico canadese, dando prova di tenacia e piena attitudine.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

SETLIST:

Failed Imaginer

Speculative Fiction

Dear Coaches Corner

Fuck The Border

Lotus Gait

Devils Crick

Note To Self

Failed States

Comply / Resist

Fears Collide

Nigredo

Cop Of The Frame

Duplicate Keys

Back To Motor League

Pc Fascist

Nation States

Less Talk

Anti-MAnifesto

Victory / Night / Life

 

Grazie come sempre a Hub Music Factory & LP Rock Events.

 

Testo: Vasco Bartowski Abbondanza

Foto: Luca Ortolani[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9223,9224,9208,9220,9226,9215,9209,9221,9227,9218,9210,9219,9211,9212,9213,9207,9214,9216,9217,9222,9228″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Dead To Me

 

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RVIVR

 

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Frank Turner

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• Frank Turner •

+
| Pup | Xylaroo |

Zona Roveri – Bologna // 03 Novembre 2018

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Aprono la serata le Inglesi Xylaroo.
La dolcezza e la delicatezza delle sorelle Holly e Coco Hunt rapisce le prime persone presenti.
In scaletta anche la cover di Under the Bridge dei RHCP, ovviamente nel loro stile.
Belle e brave.

Ora capiamo perché molte delle persone sono già presenti dall’apertura dei cancelli, sono qui per loro, i PUP!
Molti se li ricorderanno di spalla ai Mezingers anno scorso sempre a Bologna.
Il quartetto di Toronto fa subito caricare tutti. Potenza e freschezza per questo quartetto canadese che non le manda a dire.
Eseguono brani tratti dai loro due album, il piu recente The Dream Is Over e l’omonimo PUP.
Elettrici.

22:00 puntuale sale sul palco Frank Turner.
Questo ragazzo è come un virus letale, il suo Folk Rock ti entra nelle vene e non ti mollla più, e ti fa saltare dall’inizio alla fine!
Jump, jump, jump, jump!
Ventiquattro canzoni per circa un ora e tre quarti di live.
La gente balla, poga, canta e ride.
Tra tutte le canzoni, sicuramente 1933, Recovery, Losing Days, e la bellissima Four Simple Words, sulla quale si lancia in un crowd surfing e concede un balllo ad una fan nel pubblico, sono gli episodi che preferisco.
Gran concerto e grandissimo artista, che spero di rivedere live molto presto!
Devastante.

 

SETLIST:

Be More Kind

1933

Get Better

Recovery

Little Changes

The Next Storm

Losing Days

Blackout

Glorious You

Eulogy
(Italian version)

Frank acoustic solo
Long Live the Queen

The Way I Tend to Be

How it Began
(second time live)

Live Fast Die Old

Full Band
Try This at Home

Photosynthesis

Encore:
Don’t Worry

I Still Believe

Four Simple Words

Polaroid Picture

Grazie come sempre a Hellfire Booking Agency.

 

Testo e Foto: Luca Ortolani[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9107,9112,9129,9109,9121,9111,9131,9108,9130,9110,9114,9124,9122,9115,9118,9116,9117,9127,9119,9113,9123,9125,9126,9128,9120″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

PUP

 

 

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Xylaroo

 

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”9149,9156,9154,9158,9152,9157,9148,9150,9151,9159,9155,9153″][/vc_column][/vc_row]

Slaves

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• Slaves •

+ Submeet

Zona Roveri – Bologna // 27 Ottobre 2018

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Sono gli italianissimi Submeet a rompere il silenzio dell’arena rock di Zona Roveri a Bologna, attaccando con il basso del cantante Andrea Zanini.

Distorsioni come tuoni, effetti a non finire, voce straziata ed ecco che i fan degli Slaves, arrivati prestissimo, apprezzano questo gruppo che infatti ci rivela virtuosismo ed energia.

Questo trio gaze punk è solo all’inizio, dopo aver pubblicato solo l’anno scorso il suo primo EP con titolo SUBMEET, ma sul palco sembrano già vivere nel loro ambiente naturale. L’avventura per loro è appena cominciata.

Mi sono ascoltata tutti i brani degli Slaves salendo in macchina fino a Zona Roveri, ma onestamente, la performance che mi si è parata davanti è stata molto più di quello che mi aspettavo.

Soprattutto perché Are you satisfied, il primo album (2015), ascoltato su cd, tendeva pericolosamente al commerciale.

E invece guardateli: questo british duo, poco più che ventenni non temono confronto con i più affermati gruppo punk.

L’attacco è con Sockets (2015): il batterista canta in piedi… Come in piedi?… Sì, in piedi, picchiando sulla pelle dei tamburi prendendo la rincorsa da lontano.

Pensavo che ormai le note del punk fossero già state suonate tutte e invece mi sbagliavo.

Ripetitivi? Mai. Scontati? Assolutamente no. Incazzati neri, semmai!

Il terzo brano, Magnolia è uno dei più attesi dai fan, che lo ascoltano forse live per la prima volta, visto che è estratto dall’ultimo album Acts of fear and love (2018).

Il pubblico vuole loro e loro vogliono il pubblico.

Scendono dal palco.

Laurie Vincent, il chitarrista, fa qualsiasi acrobazia per avvicinarsi ai fan: con un piede sulla cassa e uno sulla transenna si mette in posa davanti a noi.

Isaac Holman, cantante e batterista, col microfono in mano scende in mezzo al pubblico e sembra avere voce ed energia inesauribili.

Vi dico la mia. Questi due ragazzetti sanno come fare show, come fare musica e anche come fare affari, visto che sono già sotto contratto con una della major discografiche più importanti al mondo.

E via si continua con Cheer Up LondonCut and run e la ritmatissima Chokehold, tutti pezzi nudi e crudi, tanto nel sound quanto nei testi.

Isaac fra un brano e l’altro si ferma, invita un fan sul palco a muoversi con loro e continua ad urlare i suoi testi con tutto il fiato che ha.

Non è teatro: è finalmente quello che il pubblico vuole, un ritorno alle origini, un concerto senza barriere, che si possa vivere, autentico dall’inizio alla fine. E non è una trovata pubblicitaria, loro sono proprio così.

E grazie a Dio che ancora ne esistono di punkers, brutti, sporchi, cattivi e incazzati come loro.

Amen.

Hasta il punk. Siempre.

 

Setlist Slaves:

SOCKETS
BUGS
MAGNOLIA
FUCK THE HI-HAT
LIVE LIKE AN ANIMAL
CHEER UP LONDON
T L T W T H
CUT & RUN
DEBBIE
CHOKEHOLD
PHOTO OP
S C B T
BEAUTY QUEST
THE HUNTER

 

Grazie come sempre a Hellfire Booking Agency.

 

Testo e Foto: Valentina Bellini[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment=”center” css=”.vc_custom_1503314301745{padding-top: 10px !important;padding-bottom: 11px !important;}”][vc_column][edgtf_image_gallery type=”masonry” enable_image_shadow=”no” image_behavior=”lightbox” number_of_columns=”three” space_between_items=”tiny” image_size=”full” images=”8949,8957,8960,8971,8959,8976,8961,8977,8950,8966,8963,8951,8962,8953,8965,8968,8952,8974,8970,8973,8967,8958,8954,8975,8955,8956,8972,8964,8969″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

 

Submeet

 

 

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